mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale


Questo è il periodo dell'anno in cui facciamo le riflessioni più scontate e false di tutti i 365 giorni che ogni anno ci mette a disposizione. Da 40 anni a questa parte sento parlare da TV, esperti, governanti, prelati, professori, dotti medici e sapienti della fame nel mondo, delle guerre del mondo, del terzo mondo e di tutte le disgrazie del mondo delle quali passato il Natale regolarmente ci dimentichiamo, ritrovandocele l'anno dopo. Non vorrei sembrare troppo cinico ma vi prego non mi tirate in ballo problemi più grandi di noi , dei quali in fondo in fondo, sappiamo benissimo che parlandone, tentiamo solo di metterci a posto la coscienza.
Detto questo vorrei arrivare al sodo. Quest’anno, ma sono già alcuni mesi che ci sto pensando, vorrei rivolgere il mio pensiero a chi a perso il lavoro, a chi quest’anno vive giorno dopo giorno con la paura che domani potrà rimanere a casa. A volte penso di come potrebbe essere la mia vita se io o mia moglie restassimo senza lavoro. La prospettiva mi mette i brividi, non perché non potrei più comprare capi alla moda, auto sportive, Tv satellitari, cellulari o altre diavolerie ma perché credo che sia difficile se non impossibile poter assicurare alla famiglia la normale vita quotidiana. Pagare le bollette, mandare i figli a scuola, fare la spesa, raggiungere i luoghi di lavoro. Sperando di non avere bisogno di cure mediche, di riparare la caldaia o la macchina, di avere a che fare con avvocati, notai e professionisti delle parcelle vari. La normalità; non potrei più assicurare alla mia famiglia la normalità. E’ ovvio che Internet, i cellulari, l’abbigliamento firmato, la vacanza, il regalo, l’aperitivo con gli amici, la palestra, il giornale e il caffè, pizza e cinema, il parrucchiere, l’estetista scomparirebbero per primi dalla mia vita. Poco male si tornerebbe a vivere come 30 anni fa.
L’aspetto che mi disarma maggiormente e che di fronte a tutto ciò, pensando a quanto posso fare io nel mio piccolo per contribuire a cambiare le cose, non trovo una soluzione. Non trovo una soluzione. Cosa faccio adesso se riduco le spese per poter affrontare periodi ancor peggiori di questo, commetto un errore perché danneggerei chi lavora, produce, distribuisce ecc ecc.. Se continuo a spendere potrei trovarmi in difficoltà se dovessi affrontare qualche spesa imprevista anche di poche migliaia di euro. E allora cosa devo e posso fare per contribuire alla ripresa dell’economia, per impedire che tanti lavoratori perdano il lavoro, per contribuire a far si che gli stipendi siano all’altezza dei bisogni (primari). Mi tormento, ne parlo qualcuno mi dice che ci deve pensare lo Stato, altri mi dicono che è colpa della televisione. Io voglio trovare una soluzione o almeno un’idea per tentare di risolvere. Regolarmente dopo tanto ragionare mi ritrovo con un pugno di mosche, e con la consapevolezza che noi piccoli cittadini, piccoli risparmiatori, piccoli lavoratori non possiamo fare nulla finché le regole del gioco e il gioco stesso è gestito da Grandi Imprenditori, Grandi Banchieri, Grandi Governanti.

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